La progettazione del PISM ha avuto come prima necessità quella della conoscenza storica e archivistica del luogo in cui si va ad operare, del suo comprensorio, in tutta la sua evoluzione dal periodo arcaico fino al momento della chiusura del centro siderurgico di Mongiana e di tutte le ferriere e miniere che intorno ed essa gravitavano anche dal punto di vista territoriale oltre che lavorativo. Oltre a tutte le documentazioni bibliografiche, che non è il caso di stare ad elencare in questa sede, ci siamo anche concentrati su tutte le documentazioni fotografiche, disegni, planimetrie e documenti di archivio , particolarmente produttivo è stato il materiale consultato presso l’archivio storico di Catanzaro, dove sono conservati tutti i documenti dell’iperbole evolutiva della fabbrica, ci siamo inoltre rivolti, con risultati molto interessanti, agli studiosi del settore specifico con particolare riferimento agli esperti del territorio dell’ecomuseo delle ferriere di Mongiana e delle Stilaro nella persona del prof. Danilo Franco, il quale ci ha edotto su tutta un serie di valutazioni sia di ordine organizzativo della fonderia che dal punto di vista delle fasi lavorative e di come funzionavano tutti i macchinari le strutture idrauliche nonchè le fonderie, le ferriere, fucine ecc. Tutto ciò ha permesso di poter calcolare quanto e cosa, sotto i materiali riportati negli interventi che si sono succeduti all’interno della fabbrica, ci aspettiamo di trovare, come intervenire e dove intervenire in modo più approfondito, infatti il tim di professionisti ha interagito in modo sinergico per non trascurare niente, relativamente a quanto le informazioni ottenute ci potessero dare e suggerire. L’incrocio di tutti i dati raccolti, la verifica della misurazioni di tutto il lotto d’intervento, con strumentazioni adeguate, ci hanno permesso di procedere alla progettazione del PARCO ARCHEOLOGICO avvalorandoci di simulazioni vero similari, ma che hanno trovato riscontro anche e sopratutto nella sovrapposizione di planimetrie storiche e dei rilievi dello stato di fatto, delle relative sezione con le sezioni di nostra costruzione rilevando, appunto la incredibile corrispondenza di dati e misure. I documenti, le perizie, le descrizioni, le foto, le annotazioni, le cronache degli avvenimenti, attraverso un sistematico riscontro dell’argomento trattato con le attività lavorative della fabbrica di Mongiana e non solo, ci hanno confermato via via la distribuzione planimetria di tutte le strutture che componevano la Fabbrica, tutto ciò si è rivelato importante al fine di creare una base certa da cui partire per ogni tipo di programmazione successiva, sia che si trattasse di scavi che di progettualità degli prossimi interventi che di stabilire un percorso di visita, del progetto di servizi dislocati in modo adeguato rispetto alle risorse del parco, non meno importante, la dislocazione di tutti quegli elementi informativi utili per la comprensione della visita a un cosi particolare sito archeologico. La fase successiva di ricerca bibliografica e storico/archivistica nonché verbale, quest’ultima sempre da parte di chi di metallurgia della vallata della Stilaro e di Mongiana ne sa molto, si è concentrata sull’approfondimento di ogni singola fase della filiera metallurgica che si sviluppava fuori e dentro la fonderia di Mongiana e di tutte le strutture siderurgiche, idriche, ed eoliche che di essa facevano parte, tutto ciò al fine di poterne comprendere il pieno funzionamento e correlazione di ognuna di esse, e come insieme formassero il sistema industria, con l’obbiettivo finale di meglio espletare e far comprendere, oltre che affascinare, ai visitatori anche meno esperti, un così complesso e particolare sistema di parco archeologico, dove la filiera lavorativa presenta ad ogni passo un nuovo inpoianto industriale che se vogliamo si ispira ai quattro elementi primari della terra “Terra, Fuoco, Aria e Acqua”= Miniere, Altiforni, Ruote e sistemi idraulici e Trombe idro-eoliche. Ognuno di questi impianti industriali diventa un elemento di arredo di strumento evocativo e divulgativo del parco archeologico siderurgico, rendendo al visita interessante ed attrattiva anche per i più piccoli. L’approfondimento ci ha portato alla conoscenza di tutta una serie di strumentazioni e macchine delle quali, in base all’avanzare della tecnologia, la fabbricava si dotava, per meglio rispondere alla richiesta del mercato e delle guerre, dalla sega ad acqua, alla macchina a vapore, a tutto il corredo di strumenti delle fucine. Tutti queste attrezzature, macchine e sistemi di trasformazione e produzione diventano testi e illustrazioni sui panelli esplicativi che si incontrano durante il percorso didattico/cultuale negli spazi dove fino alla fine dell’8oo ancora producevano. La parte bibliografica e le cronache dell’epoca ci hanno rivelato anche gli aspetti sociali, economici e politici dell’epoca per molti versi sorprendenti per altri deludenti, sorprende l’idea della città industriale progettata ad ok dove era stata prevista persino la scuola per gli infanti, sconforta come per secoli la politica avesse sfruttato boschi, miniere e popoli. Plastici, diorami e altorilievi illustreranno tematiche legate allo sfruttamento del territorio alla edificazione della piccola città industriale. |